Il Paradosso della Tana dei Fagiani

Breve prologo nerd

Diversi anni fa con i miei amici si era soliti trascorrere lunghi pomeriggi, serate e weekend in un modo forse sconosciuto ai più al tempo, o comunque visto come una pratica da deviati mentali. I giochi di ruolo cartacei.

In una serata in particolare, due amici stavano collaborando per uscire da una situazione difficile nella quale li avevo cacciati – o nella quale si erano cacciati poiché casinisti ingestibili – e al puro fine di aggiungere una nota interpretativa comica alla situazione, uno disse all’altro: “Ti ricordi? Come quella volta alla Tana dei Fagiani.”.

Dopo molti anni mi sono ritrovato a pensare a questa frase. Per tutto questo tempo è stata una memorabile stronzata da rimembrare insieme a quelle interminabili sedute creative. Ultimamente però, analizzando alcune idee narrative del cinema a mio avviso fallimentari, la tana dei fagiani ha fatto il suo ritorno.


“ma é un pezzo di ferraglia!”

Quando Han Solo nel quarto episodio di Star Wars parla del Millennium Falcon afferma: “l’unica nave ad aver fatto la rotta di Kessel in 12 Parsec”, per molti è un grossolano errore scientifico ma grazie a quelli de L’insolenza di R2-D2 che hanno dato una spiegazione esaustiva, non lo è più.

Ma non volevo parlare di questo.

La storia della rotta di Kessel, come la tana dei fagiani, racchiude una leggenda. Poche parole sulle quali lo spettatore può fantasticare senza limiti. Meno ne sappiamo e più sarà grande la leggenda e l’epicità che costruiremo attorno a quel particolare episodio.

Ecco cos’è il paradosso della Tana dei Fagiani. La reazione inevitabilmente deludente che suscita raccontare i dettagli di un episodio precedentemente solo accennato con una frase o un nome e divenuto epico proprio per questo motivo.

Per questo il film Solo è solo carino. Nonostante la buona regia, la scelta attoriale ed un buon ritmo, cerca di raccontare nei dettagli un mito. Fallendo inevitabilmente.


“Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo”

La questione viene sollevata nuovamente con il recente annuncio di un film interamente dedicato alla genesi di Joker, nemico di Batman.

Nella storia del sorridente villain DC le origini raccontate sono state le più disparate. Dal boss mafioso caduto nell’acido al signor nessuno di cui non esistono tracce di una vita precedente.

E’ davvero necessario mostrare, canonizzare, il passato di un personaggio la cui forza – per buona parte – sta nella sua personalità sfuggente ed incomprensibile? Perché cercare di dare motivazioni ad un personaggio che rappresenta l’antitesi dell’uomo pipistrello proprio perché non segue un codice?

Tana dei Fagiani gente.

E comunque la risposta a queste domande è piuttosto semplice:

PERCHE’ CI FACCIAMO UN SACCO DI SOLDI, CAZZO!

6 pensieri su “Il Paradosso della Tana dei Fagiani

  1. Evviva! Tana dei fagiani = tana libera tutti? 😉
    Se Joker fosse nato negli anni ’80, e avesse giocato di ruolo, avrebbe a disposizione ben più delle due versioni sulla nascita delle sue cicatrici che propina in giro in Dark knight.
    Come minimo potrebbe lanciare un d20 e sbizzarrirsi.

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    1. Penso che se vuoi rendere più solido l’articolo tu sia obbligato a parlare di tutti gli aspetti che si analizzano nella recensione di un film. Può attirare l’idea di cambiare un po’ l’ordine degli elementi ma per un lettore ignorante in materia la prima parte in cui ironizzi sulla creazione del film può essere confusa.
      Pur mantenendo un tono ironico introduzione del film, esposizione (quanto più obiettiva) dei punti focali del film, commento e conclusioni rimane la struttura più semplice e solida. Questo chiaramente non ti vieta di essere ironico dall’inizio alla fine ma è importante essere chiaro ed esaustivo.

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